Giovanni Buitoni e la scomparsa di Luisa Spagnoli, storia vera di un amore proibito

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Luisa Spagnoli e la Perugina negli anni della Grande guerra

Nel ripercorrere i momenti salienti della sua avventura imprenditoriale, Giovanni Buitoni nella sua autobiografia più volte sfiora il ricordo di Luisa, descritta come colonna portante della Perugina negli anni della Grande guerra. Ma è nelle ultime pagine che cadono gli ultimi veli di pudore sulla vera natura del suo rapporto con l’imprenditrice geniale. Una donna straordinaria, capace di precorrere i tempi di una città profondamente legata al suo passato medioevale. Scrive Giovanni alla fine del dodicesimo capitolo: “Prima di chiudere questa storia della fondazione della nostra impresa francese…debbo ricordare due avvenimenti, anche questi eccezionalmente importanti, perché legati spiritualmente alla mia vita personale: la morte di Luisa Spagnoli a Parigi e l’incontro, avvenuto anch’esso a Parigi, con Letizia Cairone, che doveva diventare mia moglie”.

Giovanni Buitoni
Giovanni Buitoni

Due donne importanti: Letizia Cairone e Luisa Spagnoli

Luisa e Letizia vengono qui associate, nelle memorie di Giovanni, come persone legate alla sua sfera personale. Di Letizia che diverrà sua moglie, l’imprenditore parlerà poi in un capitolo a lei dedicato. Luisa, invece, per la prima volta nel libro, viene qui inquadrata nella sfera dei rapporti intimi. Iniziano così una serie di passaggi in cui, in un avvicendarsi di continue allusioni e negazioni, Giovanni sembra sfidare il lettore a comprendere una verità inconfessabile perché considerata ancora, dopo tutti quegli anni, una verità scomoda. Tra lui e Luisa si trattò dunque di amicizia o di amore?

L’amicizia con Luisa

Nelle pagine che hanno il sapore di una confessione, Giovanni torna a parlare di Luisa come di una donna “addirittura eccezionale nella mente e nel cuore”. Questa volta, tuttavia, si spinge oltre. Sconfinando nella sfera dei sentimenti di Luisa nei suoi confronti. “Mi era molto affezionata”, scrive. Un’affermazione a cui segue una chiosa: si trattava di un’amicizia profonda e sincera, scaturita in un periodo di gravissime difficoltà per la Perugina. Ma il filo dei ricordi si è dipanato, oramai, fino ad un punto doloroso. Un punto di non ritorno.

L’anno dell’addio

Giovanni è quindi costretto di nuovo a partire. Proprio in quell’anno Luisa, che il 30 ottobre avrebbe compiuto 58 anni, si ammala gravemente di un tumore alla gola. Un evento per quei tempi abbastanza raro. Viene dapprima operata a Nizza ma senza successo. Le danno sei mesi. La va a prendere allora Giovanni, di fatto scappato dall’Italia per un “dissidio con il fascismo della mia città”, per accompagnarla a Parigi e farle avere le migliori cure. Ma non solo questo. È lui ad assisterla fino all’ultimo giorno.

21 settembre 1935 scompare Luisa Spagnoli

Il 21 settembre 1935 Luisa, assistita fino all’ultimo da Giovanni, muore nel padiglione Napoleone III a Saint-Maur-des Fossés, “dopo aver passato qualche settimana al Grand Hôtel”. È qui che Luisa consegna a Giovanni una sorta di testamento sentimentale, per nulla coerente con il presunto rapporto di amicizia dichiarato qualche riga più in su.

La profezia di Luisa

“Sono vicina alla morte, lo sento; ma prima di andarmene ti farò trovare una giovane straordinaria che si unirà a te per tutta la vita e farà per te quello che non potrò più fare io.” Il paravento della dichiarata grande amicizia fra i due si scioglie lentamente nel calore di questo ultimo messaggio di Luisa. Che, tuttavia, appare ancora coperto da un ultimo tenue velo di pudore. E sarebbe rimasto a galleggiare nell’autobiografia di Giovanni Buitoni, senza ulteriore commento, se non fosse stato un fatto a chiarirne definitivamente il significato. L’incontro con Letizia Cairone.

luisa spagnoli e giovanni buitoni
by Myky

L’amore è per sempre

Il giorno successivo alla profezia di Luisa, Giovanni incontra infatti la “bellissima e giovanissima” Letizia. È lei la donna che continuerà a fare quello che Luisa non sarà più in grado di fare: amare Giovanni. È quindi nell’avverarsi del testamento sentimentale stesso di Luisa, e nell’accostamento fra le due donne nella sfera più intima di Giovanni, che si rivela finalmente la vera natura della relazione tra Giovanni e Luisa. Circostanze che contraddicono di colpo i blandi tentativi di negare ancora, dopo così tanto tempo, un amore mai morto nei suoi ricordi. No, non della fine di un’amicizia si trattò ma di quella di un amore grandissimo. Che nelle ultime volontà di Luisa non era destinato a finire: sarebbe continuato attraverso un’altra donna, unendosi al suo.

L’amore proibito dalla pubblica morale

La storia d’amore tra Giovanni Buitoni e Luisa Spagnoli, al centro dell’omonima serie di Rai Fiction, è uno degli aspetti più affascinanti dell’intera vicenda Perugina. Di certo, quella relazione era nota in famiglia e sicuramente anche in una cerchia ristrettissima di amici. Ma si evitò che diventasse di pubblico dominio. Non era solo la differenza di età a sovvertire i costumi del tempo. Ma anche lo status di donna sposata di Luisa, donna nata poverissima e divenuta un’imprenditrice di successo. Agli occhi di quella nobiltà che animava i salotti cittadini, la scalata ed il comportamento di Luisa risultavano quanto meno inaccettabili. Così, quando nel ’35  Giovanni lasciò Perugia, l’abituale “distanza” cittadina che circondò l’imprenditrice geniale, concentrata solo nella sua attività d’impresa sulla collina di Santa Lucia, dovette sembrarle sempre meno sopportabile del solito. Il suo Giovanni se n’era andato. Lei stessa, preoccupata per la sua incolumità l’aveva forse incoraggiato in questo senso. Ma ora ne pagava le conseguenze più pesanti in una città che, ben lontanta dall’essere disposta a riconoscere il suo valore, si ammantava di perbenismo e sdegno aristocrativo per nascondere l’avversione che la prosperità economica creata da una donna, che si era fatta da sola, innescava in molti.

Il grido di dolore di Luisa che restò muto

Quel silenzio nel cuore, dopo una vita di sacrifici e coraggio divenne sempre più pesante. Ed il male terribile che strappò prematuramente Luisa alla vita e ai suoi cari scaturì proprio nella gola. Nella tradizione filosofica indiana proprio la gola è il centro spirituale della comunicazione (dove risiede cioè il quinto chakra). Un suo mal funzionamento è indice di disagi derivanti dalla paura e dall’impossibilità di parlare. Così come il nodo alla gola determina l’incapacità di esprimere i propri sentimenti. Fu quel grido muto che ammalò corpo e anima dell’imprenditrice geniale? Di certo l’uccise l’ipocrisia del tempo e quelle convenzioni che lei aveva dovuto sfidare da sempre per mettere a frutto le sue capacità. Poche strade a Perugia ricordano l’imprenditrice geniale, cionondimeno i frutti del suo operato sono ancora presenti e tangibili. Dal cioccolato alla moda e nelle storie che le tante operaie perugine si tramandano da generazioni.