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Luisa Spagnoli a Mantova storia di una rinascita femminile

Luisa Spagnoli a Mantova trascorse un periodo breve ma intenso e ricco di stimoli, prima di diventare, la cofondatrice della Perugina, l’ideatrice della Luisa Spagnoli e la geniale inventrice di prodotti e lavorazioni nel campo della moda e del cioccolato. In un mondo in rapidissima evoluzione al Nord, più conservatore degli antichi regimi al Centro come al Sud, si inserisce quindi la straordinaria vicenda di Annibale Spagnoli e Luisa Sargentini. Novelli sposi il 27 febbraio del 1899, e poi partiti per Mantova, città dove lo Spagnoli dovette terminare il servizio militare, prima di poter far ritorno a Perugia. Ma la novità più straordinaria è l’esordio delle abilità di Luisa poco dopo il loro ritorno a Perugia. Da umile sartina a direttrice di una piccola azienda il passo fu immenso e a tratti insondato. Come poté una giovanissima donna, che non venne mai educata agli affari, divenire in pochi anni direttrice d’azienda ed ideatrice di innovazioni rivoluzionarie, sia in campo produttivo che nella gestione del personale. Dove trasse tutto il coraggio necessario ad una donna in tempi in cui lo stesso lavoro delle donne era sottoposto ad autorizzazione maritale? A quali modelli si ispirò la signora del cioccolato e della moda prima di diventare la geniale imprenditrice del 900 che tutti conosciamo?

Luisa Spagnoli a Mantova e l’eredità delle duemila mantovane

Quando tornò a Perugia nel 1901 Luisa era già madre di Mario, nato il 12 gennaio del 1900 a Mantova ed in attesa di Armando, il secondogenito che nacque a Perugia il 19 settembre dello stesso anno. Sicuramente, la giovanissima sarta perugina, che nel periodo mantovano fu impegnata in ben due gravidanze, ebbe anche modo di conoscere una realtà ben diversa dalla sua città di origine. Nell’ex ducato esisteva infatti innegabilmente una cultura dell’autonomia femminile che si era espressa politicamente in un momento cruciale della vita della comunità mantovana. L’annessione al Regno d’Italia nel 1866 al termine della Terza guerra d’indipendenza. Nel plebiscito del 21 e 22 ottobre di quell’anno Mantova, insieme al Veneto e al Friuli, fu chiamata infatti a decidere se far parte o meno del Regno d’Italia. Riferiscono le cronache che su 29mila abitanti, solo poco più di seimila furono i votanti totali, senza voti contrari. E sebbene all’epoca le donne fossero ancora lontane dalla conquista del diritto di voto, essendo escluse per legge sia dalla vita politica che dal suffragio, ben duemila mantovane pretesero l’istituzione di un seggio speciale per esprimere il loro. Che fu un voto a favore del progresso e dell’emancipazione da quel contesto medioevale che mai avrebbe messo in discussione l’esclusione femminile dal mondo produttivo e politico.

Le imprenditrici invisibili dietro al decollo industriale del Nord

All’arrivo di Luisa a Mantova in quel lontano 1899, gli echi di quella “rivolta” femminile si erano forse già spenti, dopo trentatré lunghi anni. Ma non lo spirito indomito delle mantovane e di tutte quelle donne che parteciparono in vari modi al decollo industriale del Nord Italia e dell’Italia tutta. Come raccontano le cifre. Nel 1902 erano soltanto 224 le laureate italiane e la gestione di un’attività economica necessitava ancora di autorizzazione maritale. Nonostante questi enormi ostacoli e tutti i disagi dovuti alla mancanza di servizi e supporto alla maternità, fiorì allora un’imprenditoria femminile che diede la sua importante spinta all’economia italiana. Nel 1908 risultavano infatti registrate ben oltre 37mila le donne titolari di attività industriale o commerciale. Nella sola Milano le donne erano un terzo dei titolari di minuti esercizi commerciali o attività. Molte altre invece, pur non figurando come titolari, erano coadiuvanti nelle imprese dei mariti. Una fioritura sorprendene se si considerano gli impedimenti legislativi e finanziari imposti alle donne. Oltre alla necessità di ottenere un’autorizzazione maritale, la creazione di attività imprenditoriali femminili era frenata dall’ostacolo più impervio. L’accesso al credito, per una donna pura utopia.

Luisa spagnoli storia del brand e della straordinaria vocazione imprenditoriale di una donna precorritrice dei tempi

E’ possibile che tutto questo fermento culturale ed economico abbia condizionato anche la futura imprenditrice del cioccolato e della moda che a Mantova trascorse oltre due anni? Non solo è possibile ma probabile. La diversa latitudine segnò da allora in avanti differenze sempre più profonde tra il Nord ed il Sud d’Italia. E non è un caso che il maggior coinvolgimento femminile al mondo produttivo sarà determinante ai fine dello sviluppo di intere aree del paese. Il resto fu solo di Luisa. E di una serie di circostanze favorevoli allo sviluppo di una vocazione all’imprenditoria e all’emancipazione che gli appartenne sin dalla nascita. Cruciale fu poi l’incontro con Annibale, giovane musicista con un interesse particolare per la tecnologia che stava rivoluzionando il mondo. Un giovane uomo capace di sognare e progettare insieme alla sua donna una grande impresa del futuro in pochi anni. A queste circostanze favorevoli si aggiunge anche anche la frequentazione dell’atelier di moda della cognata, moglie del fratello Aurelio, Maria Cecchini. Anche lei un modello di emancipazione e successo nella Perugia dei primi del Novecento ed una risorsa strategica per il finanziamento del sogno imprenditoriale dei due giovani sposi.

Storie di donne e cioccolato

Come risulta dalla biografia di Valerio Corvisieri, Gli Spagnoli a Perugia. Storia di una famiglia di imprenditori del Novecento (edito da Ali&no), sarebbe stata infatti proprio lei a fornire nel 1904 un prestito decisivo ai due coniugi che nel 1901 avevano rilevato un negozio di drogheria in via Alessi, dedicandosi in breve tempo alla produzione di confetti. Il successivo incontro con Giovanni Buitoni, cambierà ancora una volta il destino della nascente attività, lasciando un segno indelebile nella storia di Luisa e di Perugia. La seconda parte della storia del Brand e dell’imprenditrice perugina della moda e del cioccolato si conclude qui (dopo la prima parte: Luisa Spagnoli storia e successi dell’imprenditrice perugina). Ma il binomio donne e cioccolato nutre da sempre l’universo letterario e si è prestato più volte come soggetto in film di grande successo, come Chocolat dove la protagonista Vianne è un’artigiana del cioccolato che sa trasmettere il desiderio di emancipazione alle donne.