Il Torciglione di Perugia

Un dolce etrusco a Natale?

Dolce etrusco a Natale? A Perugia sulle tavole natalizie tornano da secoli un gustoso serpentello a base di mandorle, chiamato Torciglione ed una magica spirale chiamata Rocciata

La stessa tradizione è diffusa sulle rive del Lago Trasimeno, che appartenne a mamma Etruria prima della conquista romana. Ma non è l’unico ad aggirarsi per l’Umbria nei mesi invernali. E’ possibile che tradizioni millenarie abbiano superato secoli di oblio per arrivare ai nostri giorni con il loro messaggio di pace e rinascita? Certezza non v’è, almeno così ci pare. Ma il dubbio è umano. E suffragato da una serie di interessanti elementi.

Spirali antiche per superare il rigore invernale

L’inverno è arrivato e dalla notte dei tempi in Umbria si preparano misteriosi dolci che hanno il potere di rinvigorire il corpo e scongiurare ogni paura nelle buie e fredde giornate, prima e dopo il solstizio d’inverno. Che non siano dolcetti qualunque, fatti tanto per fare, lo si capisce dalle loro strane forme. Spirali magiche che ricordano serpenti arrotolati e che celebrano con loro la ciclicità delle stagioni ed il rinnovarsi della vita dopo ogni inverno. Proprio come il serpente che cambiando pelle si rinnova.

Dolci magici dell’Umbria

Se arrivando a Natale a Perugia vi capiterà di vedere strani dolci nelle vetrine delle pasticcerie, non preoccupatevi. Una spirale è la forma del Torciglione tradizionale, che con i suoi occhietti vispi di candito rosso o verde non solo ricorda un serpente ma si qualifica chiaramente come tale. Un serpente squamato, appartente ad una specie antichissima, che in alcune preparazioni esibisce anche una linguetta rossa. Sempre a forma di spirale è anche un altro amatissimo dolce natalizio, tradizionale in molti comuni appartenenti alla Valle Umbra tra cui: Assisi, Spello, Foligno, Trevi e Spoleto. Sebbene le denominazioni possano subire modifiche, Rocciata, Rocciu, Attorta, Torta, il significato di questa preparazione, così come il periodo di preparazione compreso nelle stagioni di autunno ed inverno, sembra essere lo stesso derivando tali nomi da torcere e arrocciare. Quindi, che sia un torciglione o una rocciata o una torta, il senso e la forma della tradizione non cambiano.

Rivisitazioni moderne della Rocciata che ne appiattiscono ogni curva trasformandola in un segmento lineare – come lo strudel per intenderci – sono tuttavia possibili e forse più semplici da preparare ma sembrano tradire un po’ sia il nome che la forma tradizionali. Non ha la testa la Rocciata umbra, contrariamente al probabile Torciglione etrusco. Ma osservando la sua spirale stretta (molte immagini si trovano oggi anche nelle banche dati digitali) viene il sospetto che l’abbia semplicemente perduta con l’andare dei secoli. In ogni caso, due sono i simboli che questi dolcetti, Torciglione e Rocciata, trasportano dall’epoca antica a quella contemporanea. La spirale ed il serpente. Ma con quali significati?

Simbolo delle arti mediche

Quanto sia diffuso il mito del serpente in tutte le civiltà antiche è noto. Basti pensare al Caduceo, simbolo di origine mitologica rappresentato da due serpenti attorcigliati in senso inverso intorno ad un bastone alato, rinvenuto sia nei templi greco-romani che anche, fra gli altri luoghi, su tavolette dell’antica civiltà vedica. E così, sia il bastone del greco Aslcepio, che quello del romano Esculapio e del fenicio Eschmun, dio tutelare di Sidone, hanno un serpente arrotolato che rinvia al potere di guarigione delle arti mediche, un simbolo mai tramontato. Anche per gli etruschi il serpente era un animale sacro, come dimostrano dipinti e sculture ritrovati nelle loro necropoli, strettamente connesso con un sottosuolo mistico, che ospitava divinità ed energie di rinascita ma anche le anime degli antenati. Per gli etruschi come poi per i romani, il culto degli antenati fu forse il più importante dei culti ed inspirò quell’architettura sacra che ha reso possibile ricostruire alcune fondamenali visioni di questo misterioso popolo. Di certo sappiamo che la preparazione del defunto al suo viaggio era di fondamentale importanza. La rinascita era propiziata da una serie di suppellettili, oggetti e affreschi che univano simbolicamente il mondo dei vivi a quello dei morti.

Un dolce etrusco a Natale

A Natale, sulle tavole umbre, oltre al Panettone e al Pandoro, troverete tutta una serie di dolcetti consumati anticamente prima o dopo il solstizio d’inverno e che hanno quindi origine da tempi antichissimi. Anche se i nomi, con i quali sono arrivati a noi, hanno perso oramai ogni riferimento a quel mondo antico. Un modo pagano che, probabilmente già nel medioevo, non si poteva o voleva più ricordare. Ma di serpenti natalizi del tutto simili a quelli umbri ne esistono tanti in Italia. Ad approfondire l’origine di questi dolci, per gli appassionati della materia, c’è un’interessante ricerca che svela i legami tra una dea, il serpente ed il solstizio d’inverno. Per chi volesse anche assaporare il messaggio di guarigione e rinascita, proveniente dai dolci del solstizio, abbiamo selezionato qui due antiche ricette del Torciglione e della Rocciata.