Mamma come stai? “Questo è uno spettacolo riparatore”

Da lontano. Chiusa sul rimpianto – scritto e diretto da Lucia Calamaro (2020)

In un flusso di coscienza mai interrotto c’è una stanza con una porta chiusa, ed ogni tentativo di vicinanza, tra quello che sta dentro e quello che sta fuori, è invano. Nella relazione, mai nata e mai morta, tra una madre ed una figlia, a volte riemergono con prepotenza indomabili archetipi sotto mentite spoglie, che si sottraggono ad ogni forma di addomesticamento affettivo. Come un’iconica signora, occhiali, fazzoletto legato intorno al viso e sigaretta che pende dalle labbra, monumento al gelido distacco da un mondo che osserva da lontano, incapace di empatia. E ancora, vittima di se stessa, una fin troppo eccentrica pensionata, che ha sostituito la seta del fazzoletto con una busta di plastica come copricapo. Da lontano. Chiusa sul rimpianto – scritto e diretto da Lucia Calamaro (2020) – in scena il 28 febbraio al Teatro della filarmonica di Corciano (Perugia), prosegue con slancio e resilienza quella immersione totale nel femminile che passa gloriosamente per L’origine del mondo – ritratto di un interno, vincitore di ben tre premi Ubu nel 2012, avvalendosi di affinati strumenti di rappresentazione.

Isabella Ragonese Lucia Calamaro
Isabella Ragonese

“Questo è uno spettacolo riparatore”

“Ti ascolto quando tu non ti ascolti, ricostruisco il tuo scenario e tento di ripararlo”. Peccato che forse più dimensioni si interpongono al contatto tra madre e figlia ed alla necessità di rimediare al proprio senso di colpa per un omesso aiuto o percepito tale. Così un trapano si attiva di là, ad ogni tentativo di collegamento del di qua. “Mamma come stai?”. Trapano. Tra paradossi e pungente ironia, inespugnabili pareti proteggono una madre da ogni necessità di calore umano della figlia. Sempre e comunque. “Sei sempre stata troppo sensibile”, trapano. Del tutto inutile, dunque, calarsi, da lontano, nei panni di una psicanalista, una splendida Isabella Ragonese regina del monologo in ogni sua sfumatura, per sondare i segnali di vita di un rapporto mai nato e mai morto. È più facile sfondare la quarta parete che farsi aprire quella porta: “Questo spettacolo è riparatore, per fare quello che prima non ho saputo fare”.  E anche l’ultimo rocambolesco, tragicomico e masochistico, tentativo di contatto fisico si infrange su una mano fredda e pendula, quella della madre.

Isabella Rossi